Il nostro diciassettesimo congresso coincide purtroppo con la più grande crisi economica del paese e di altre grandi potenze economiche mondiali.
Già nella mia relazione introduttiva del precedente congresso, avevo evidenziato le conseguenze negative della crisi economica che il nostro paese avrebbe dovuto affrontare, citando alcune cose da fare che ad oggi non hanno trovato soluzioni.
In questi quattro anni la situazione è enormemente peggiorata in tutti i suoi aspetti, nel frattempo politici, illuminati economisti, ci hanno fatto capire che gran parte della crisi è dovuta anche ad alcune carenze strutturali come la mancanza di una banca centrale Europea che stampi moneta, la tassazione sulle plusvalenze finanziarie che in Italia è la più bassa d’Europa, mentre le tasse su imprese e lavoratori sono le più alte, ci hanno detto che manca una legge sul fisco basata su criteri oggettivi, prendendo ad esempio alcuni paesi europei dove l’evasione fiscale non supera il 6/8% mentre in Italia si parla di 120 MLD di evasione annui.
Anche considerando che una metà di questi dovrebbero essere utilizzati per ridurre le tasse con i 60 MLD rimanenti non ci sarebbe bisogno di finanziarie.
Ci dicono che ben 60 MLD se ne vanno ogni anno in corruzione, alimentando quelle organizzazioni criminali come mafia, camorra e non solo.
In questo periodo si è parlato molto di riforma del lavoro, facendo apparire che l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori fosse il freno di tutti gli investimenti italiani e stranieri, quando poi abbiamo letto e sentito dalla viva voce di giornalisti delle maggiori testate europee che avevano fatto un’indagine nei loro paesi, per capire perché le imprese non investissero in Italia, che i motivi sono: troppa corruzione, farraginosità burocratica, giustizia per le controversie lenta e incerta, tutti ignoravano l’articolo 18.
Ci dicono che la causa del nostro dissesto finanziario è dovuto anche alla spesa pubblica soprattutto per gli stipendi dei dipendenti perché sono troppi e invece scopriamo, anche in questo caso attraverso un’indagine europea, che solo l’Inghilterra ha meno dipendenti pubblici di noi in percentuale agli abitanti, mentre tutti gli altri paesi, compresa la Germania, hanno rispetto agli abitanti più dipendenti pubblici dell’Italia.
I cittadini sono oppressi da costi e apparati burocratici che li costringono a tortuosi percorsi complicandogli enormemente la vita.
Spesso si sente parlare di sportello unico per le imprese, va bene siamo d’accordissimo, ma pensiamo anche allo sportello unico in ogni ente pubblico per il cittadino. La qualità della vita dei cittadini si misura soprattutto con l’efficienza dei servizi pubblici, non solo con le opere pubbliche.
Che l’apparato pubblico funzioni poco bene è risaputo, ma questo soprattutto è dovuto ad un appesantimento burocratico, frutto di una miriade di leggi molte volte, quasi in contrasto l’una con l’altra; per rendersi conto basta leggere una qualsiasi normativa per accorgersi che al proprio interno fa riferimento a diverse leggi o decreti precedenti, addirittura molte fanno riferimento a regi decreti.
Questo avviene dopo che un ministro della nostra Repubblica, famoso per aver fatto una legge elettorale da lui stesso definita “porcata”, che da ministro per la semplificazione, si fece riprendere mentre dava fuoco a dir suo a 1500 leggi inutili.
Ci dicono che spendiamo troppo per la sanità; è vero che ci sono casi di sperpero e malasanità che vanno eliminati, ma non ci dicono che il nostro sistema sanitario è riconosciuto come fra i primi al mondo e preso ad esempio da molti paesi avanzati e soprattutto non ci dicono che è quello che tutto sommato costa meno in Europa, sempre in percentuale agli abitanti, la Francia spende il 34% in più dell’Italia.
Per concludere, questo governo ci ha sicuramente salvato dalla bancarotta a cui ci aveva portato il precedente, ma non ha dato certamente quelle risposte che i cittadini si attendevano in fatto di equità, basta fare l’ultimo esempio, mentre non si tagliano i super stipendi e le super pensioni dei manager pubblici e dei politici, si bloccano invece gli avanzamenti di quei pensionati che prendono più di € 1.270,00 al mese.
Molti di voi mi conoscono bene e sanno quanto ci tenga all’autonomia della UISP che anche in questa occasione difendo con forza, non permettendo a nessuno di fare politica partitica al nostro interno.
Credo che la politica, se espressione corretta, disinteressata e messa al servizio degli altri, sia uno dei valori più alti e nobili delle persone, ma ci sono luoghi opportuni per farla e proporla.
Con questi pochi esempi ho solo voluto richiamare l’attenzione su alcuni degli aspetti che toccano la vita di tutti noi cittadini, per i quali ognuno di noi nelle proprie istanze politiche, associative dovrebbe impegnarsi per indurre chiunque ci governerà a rendere questo nostro grande e amato Paese più forte, più giusto, più efficiente e di cui ognuno di noi, si senta orgoglioso di esserne cittadino.
Qualche tempo fa quel grande genio di Benigni ci ha illustrato la nostra “Costituzione” evidenziandone i valori e l’attualità dopo quasi settantanni, ebbene quei valori di giustizia, di equità, quei diritti, quei doveri, potranno essere attuati solo se tutti i cittadini useranno la sovranità che la Costituzione garantisce, partecipando attivamente alla vita sociale e politica del nostro paese.
Nella nostra provincia, dall’Amiata alle Colline Metallifere, in passato c’è stato un grande sfruttamento del ricco sottosuolo minerario, le battaglie dei minatori hanno segnato momenti importanti per la crescita del nostro territorio e per la dignità dei lavoratori.
Dopo la chiusura delle miniere pensavo si fosse chiuso un ciclo, un’epoca storica e che le vicende dei minatori che lavoravano nelle viscere della terra e che per salvare il proprio posto di lavoro dovevano occupare per molti giorni la miniera, come era successo negli anni ’60 a Ravi, non si sarebbero mai più ripetute, ed invece, in televisione, proprio nei giorni di festa, ci hanno fatto vedere che in Sardegna, i minatori per salvare il posto si sono addirittura murati in miniera.
Pensate la disperazione di quei lavoratori per arrivare a quel gesto e pensate quanto siamo lontani dal raggiungere quei principi, quei diritti sanciti dalla Costituzione.
Ecco perché, al di la delle opinioni politiche, religiose, al di la della nostra posizione economica e sociale, dobbiamo indignarci tutti di fronte a questi fatti per indurre tutta la classe politica a impegnarsi di più per il Paese e non soggiacere al volere di una ventina di banche mondiali, che pur di fare profitto sono disposte a mettere alla fame intere Nazioni.
Tutti i governi occidentali sono stati costretti ad intervenire con grandi manovre economiche a favore delle grandi banche, denaro pubblico e quindi di tutti i cittadini, insomma liberismo o no, quando l’impresa fa reddito è suo, quando va male paga lo stato, noi siamo nuovi a queste cose.
Siamo convinti che l’Italia, per la sua struttura economica e politica e per la parsimonia dei suoi cittadini riuscirà a risollevarsi, ma quando? E a che costi e sacrifici da parte delle persone che lavorano e che sono la ricchezza di una nazione come: artigiani, commercianti, piccole imprese e lavoratori?
E sempre a proposito di diritti, non possiamo ignorare la violenza, il femminicidio che anche nel nostro Paese stanno subendo le donne a dimostrazione di quanto siamo lontani dal raggiungimento dei valori culturali richiamati dalla nostra Costituzione.
Se alto deve essere il nostro sdegno verso questi efferati delitti, bisogna sforzarsi di capire perché la nostra società si sta imbarbarendo e cercare di rimuovere le cause, perché le condanne anche quelle più dure non ridaranno la vita a chi non c’è più o la serenità a quelle donne che hanno subito violenza.
In questo nostro congresso non possiamo dimenticare le ultime grandi tragedie che hanno colpito la nostra nazione, come il terremoto dell’Emilia e l’ultima alluvione in Toscana, soprattutto nel sud della nostra provincia, dove oltre alla distruzione di un territorio hanno perso la vita alcune persone tra cui alcune del nostro mondo sportivo a cui va ancora una volta il nostro cordoglio.
Per l’alluvione il Comitato si è attivato mettendosi a diposizione della protezione civile e cercando di organizzare iniziative per raccogliere fondi da destinare a quelle sfortunate popolazioni, che insieme al contributo che ci darà l’UISP Nazionale, contiamo di consegnare a breve.
Per rientrare nel quotidiano, ogni giorno ci accorgiamo che la crisi, dai mercati finanziari si è spostata sull’economia reale, con licenziamenti, cassa integrazione che nel 2012 ha raggiunto purtroppo livelli record, ed aumento delle famiglie sotto la soglia della povertà.
L’abbiamo già detto: vogliamo essere parzialmente ottimisti per la ripresa, ma è importante ricercare le soluzioni più consone per rilanciare produzione, garantire il lavoro e proteggere prima di tutto i soggetti più deboli.
Nei prossimi mesi avremo di fronte, in maniera esponenziale più che nel passato, il grande problema della solidarietà e dell’equità sociale, quindi bisogna concentrare tutte le nostre attenzioni sulle materie di cui principalmente ci occupiamo, ovvero lo sport in particolare quello sociale, quello dei diritti legato all’ambiente, con riferimento al terzo settore, all’associazionismo no profit, in genere, alla tutela di tutti gli sportivi.
Ci vorrà in questo particolare momento maggiore impegno per garantire a tutti i cittadini di fare qualsiasi attività fisica e sportiva.
L’attività sportiva è oggi praticata da un numero sempre maggiore di persone, dovuto al progressivo miglioramento delle condizioni di vita che ci sono state fino ad oggi e al cambiamento dei costumi e della cultura generale.
La pratica sportiva è un aspetto molto rilevante perché, se insegnata e praticata correttamente, consente di crescere più sani, non solo nell’aspetto fisico ma anche in quello psicologico e relazionale.
Lo sport insegna a vivere, insegna il rispetto delle regole, il rispetto dei propri limiti e quelli degli altri, insegna negli sport di gruppo, lo spirito cooperativo e promuove l’amicizia, è un importante strumento anche per controllare le forti emozioni che possono prevalere con più facilità in un giovane.
La famiglia, la scuola, le istituzioni e le associazioni tutte devono migliorare e incentivare tale pratica per il bene dei ragazzi e delle persone in genere: lo sport è in grado di migliorarci e di migliorare il mondo giovanile e non solo, se gli stessi saranno in grado di far capire e far passare il messaggio che attraverso tale importante strumento si migliora l’aspetto fisico, quello relazionale, si impara la lealtà e si allontana il pericolo di facili distrazioni, quali possono essere l’obesità, il fumo, l’alcol, la droga, le cattive compagnie e gli ambienti degradati che sottraggono persone capaci, ma anche deboli e sfortunate, dovremo impegnarci tutti affinché la nostra gioventù possa avere in una società così consumistica, in una società dove conta più avere che essere e dove il progresso e le necessità hanno lasciato allo sbaraglio troppi giovani, lo sport è un’ancora di salvezza grazie alla quale si può uscire o non entrare affatto in un pericoloso vortice.
Spetta a noi adulti invertire questa tendenza, spetta a noi adulti accettare i nostri ragazzi per ciò che sono senza andare alla ricerca di scorciatoie, bramosie per cui nostro figlio debba essere migliore sempre e comunque non infondendo in loro il concetto che il fine giustifica i mezzi, ma insegnando il rispetto, le regole, la moralità, la semplicità e l’umiltà.
La nostra proposta deve interessare prima di tutto la salute ed il benessere psico-fisico di una attività a misura di tutte le età, di tutte le capacità,ma deve coinvolgere anche altri aspetti non meno importanti come l’ambito educativo e sociale.
Essa rappresenta un’importante opportunità di apertura anche verso quelle fasce deboli (anziani, disabili, detenuti, immigrati, emarginati) che rivolgono alla società una domanda riconducibile al benessere, alla necessità di integrazione.
Un forma di sport così intesa interpreta la filosofia dell’inclusione, privilegia la volontà e il piacere di muoversi senza essere mossi da ritorni economici, rispetto alle prestazioni o alla ricerca del solo risultato tecnico.
Non è certamente un lusso quello che chiediamo, lo sport inteso come benessere in qualsiasi forma lo si pratichi, è un formidabile elemento di attivazione delle persone e della società civile, per creare la partecipazione collettiva, per contenere le spese sanitarie ed è anche un grande mezzo per contrastare la solitudine, l’emarginazione e il degrado sociale.
Quindi in questo momento di grave crisi, come associazionismo sportivo e del terzo settore, siamo tenuti ad aumentare il nostro impegno, perché a nessuno venga precluso il diritto di fare attività, possibilmente a costi contenuti.
Ovviamente tutto questo dovrà coincidere con i bilanci, ma il nostro impegno deve aumentare verso chi ci governa a tutti i livelli, dal Governo, al Parlamento nazionale, alle Regioni, alle Amministrazioni locali, perché anche nello sport devono essere messe in atto tutte le azioni per sostenere la sua funzione di utilità sociale cosa che ancora non è avvenuta.
Siamo consapevoli che anche nel nostro settore la qualità della spesa è fondamentale, ma che fine hanno fatto le risorse destinate sullo sport sociale e sullo sport per tutti che dovevano andare alle regioni?
Di sicuro noi ci batteremo perché non si torni indietro e non si lasci il carico dell’attività sportiva solo alle famiglie e alle associazioni sportive che rappresentano la garanzia più forte della libertà individuale e il fondamento della democrazia, le associazioni che si costituiscono liberamente sono un indicatore della vitalità della società civile e ne rappresentano la massima espressione.
Tutti sappiamo e ce lo ripetiamo sempre che lo sport e l’attività motoria in tutte le sue articolazioni sono portatori di inclusione, socializzazione, benessere ecc..
Certo ci sono anche le sue deviazioni che la UISP da sempre e a volte anche da sola combatte: violenza, doping, corruzione ecc. ma lo sport nella sua complessità è anche un grande volano economico, contribuisce notevolmente alla crescita del P.I.L. di ogni Paese, compreso il nostro, creando molti posti di lavoro diretti, istruttori, allenatori, preparatori e tutto l’indotto che si muove intorno come l’industria di abbigliamento, attrezzature sportive, impiantistica, stampa e TV.
La nostra preoccupazione è che poi alla fine con i tagli come è sempre accaduto, ci rimetta lo sport di base, quei 20 milioni di cittadini che fanno attività fisica e praticano lo sport non di vertice.
Per queste e altre ragioni che non staremo qui ad elencare, è opportuno che il nostro congresso nazionale ed il successivo consiglio si dotino di un gruppo dirigente che sappia affrontare tutte le controversie problematiche che l’Italia ha nello sport.
Purtroppo le modifiche apportate dai precedenti governi, con l’istituzione del Ministero dello Sport, sono state rimosse e il nostro paese, unico in Europa, non ha questo ministero, ma solo un sottosegretario con delega allo sport.
Questo è un chiaro segnale politico di un ritorno ad una gestione con delega dello sport CONI.
Noi lo diciamo sempre, non abbiamo niente di pregiudiziale contro il CONI, apprezziamo quanto di buono ha fatto per elevare lo sport in Italia, ma una volta per tutte bisogna fare chiarezza di ruoli e compiti in un contesto che deve mettere al centro l’attività fisica come diritto e ricerca del benessere, senza per questo precludere, anzi incrementare, l’attività agonistica ad alto livello che è e deve restare attività delle federazioni ma che lasci fare tutto il resto a chi come noi ha dimostrato nel tempo di saper intercettare i bisogni dei cittadini ed organizzarli.
Noi vogliamo che il CONI svolga appieno quello che è il suo mandato, previsto dal CIO, e le Federazioni ci facciano gioire con le vittorie nazionali e mondiali dei nostri atleti, ma vogliamo al tempo stesso, così come prevede la Costituzione e l’ordinamento regionale, che lo sport sociale, lo sport di base, lo sport per tutti, lo sport amatoriale, sia sviluppato sotto l’egida delle Regioni e di tutti gli Enti locali con il supporto di soggetti come la UISP che in tutti questi anni, quasi da sola, ha coperto questa lacuna.
Sempre sul fronte esterno il nuovo governo nazionale della UISP, vista la situazione, dovrà impegnarsi molto, cercando le alleanze giuste per migliorare il quadro normativo in materia di sport, valorizzando maggiormente gli spazi che ci sono stati dati dalla cosiddetta riforma del CONI che, se pur non in modo ottimale come gli enti chiedevano, qualcosa ha sortito, prevedendo l’ingresso degli enti a tutti i livelli del CONI compreso le varie giunte.
Quindi è necessario stare dentro a questi organismi e soprattutto fintanto che non c’è di meglio, valorizzare di più il ruolo del coordinamento degli enti dentro lo stesso CONI. Non è più il tempo del muro, contro muro bensì di un confronto sereno, nel rispetto reciproco dei propri ruoli, perché solo così potremo valorizzare il nostro lavoro.
Ovviamente la UISP nazionale e regionale dovranno essere direttamente collegate, per intercettare i nuovi bisogni di sport, di attività per il benessere dei cittadini, per sviluppare le tematiche dei diritti, dell’ambiente e del sociale, con i comitati territoriali e con le leghe per fare davvero un'unica grande associazione nazionale.
Gli organismi nazionali e regionali devono essere luoghi di direzione e di dibattito per la crescita complessiva dell’associazione, ma soprattutto devono essere organismi molto accreditati verso le rispettive istituzioni ed elaborare progetti da sviluppare su tutto il territorio, compresa la crescita qualitativa dei propri dirigenti per dotarsi di una struttura dirigenziale capace di stare al passo con la società.
È fuori dubbio che la UISP in Italia abbia svolto un ruolo importante, si tratta di valorizzare quanto è stato fatto e al tempo stesso adeguarci a governare le nuove aspettative dei cittadini in fatto di sport, benessere, solidarietà, ambiente e diritti.
Non sempre la nostra grande e complessa macchina organizzativa, è stata volano di sviluppo ed interprete dei bisogni dei cittadini.
La sovrapposizione di molti ruoli, la mancata integrazione tra Comitati e Leghe, la farraginosità con cui ancora oggi si accede alle notizie, al riconoscimento di qualifiche, un sistema di formazione, pesante,costoso e poco produttivo, che genera solo un aumento generale dei costi, a scapito dei servizi che potremo offrire e che ci mettono fuori mercato con gli altri enti, con i quali dobbiamo confrontarci; su queste ed altre tematiche c’è bisogno di una radicale trasformazione.
A questo proposito nell’ambito del congresso il nostro comitato presenterà una mozione per il successivo congresso Regionale.
Abbiamo iniziato il nostro percorso congressuale partendo dalle aree e dalle leghe; è stato un lavoro sicuramente faticoso e fatto in tempi stretti ma molto interessante che ci ha permesso, lega per lega, di fare la verifica degli obiettivi che ci eravamo prefissi ed elaborare programmi di sviluppo per i prossimi 4 anni.
I congressi delle leghe e delle aree non sono stati soltanto atti formali, bensì momenti di confronto e di crescita per tutto il nostro comitato, nuovi soci si sono resi disponibili ad assumere incarichi nelle varie leghe, in qualche caso rinnovando completamente, in altri integrando e rafforzando ,come era nei nostri auspici, tutti i consigli.
Molti dei nostri dirigenti hanno preso parte, in qualità di delegati alle successive fasi congressuali regionali e nazionali ed alcuni di loro sono stati eletti nei rispettivi organismi regionali e nazionali di lega, a dimostrazione del livello qualitativo raggiunto dal nostro comitato, di cui tutti dobbiamo sentirci partecipi e orgogliosi.
Ciò nonostante se pensiamo che tutto dovrà funzionare come prima, allora il lavoro e l’impegno economico profusi fino ad oggi sarebbero stati inutili, i nuovi organismi, le nuove tecnologie e soprattutto i nuovi dirigenti devono guardare oltre il loro orizzonte, dandosi nuovi compiti ed interpretando appieno l’evoluzione della società in cui viviamo.
Le nostre attività ormai sono organizzate in maniera professionale, i gruppi dirigenti delle leghe sono persone preparate ed esperte, con tutto ciò non dobbiamo abbassare la guardia, bensì prepararsi sempre di più e pianificare sempre al meglio le nostre attività, la nostra offerta deve sempre distinguersi per quantità e qualità.
Occorre che le leghe e tutto il comitato caratterizzino di più le attività sul fronte della solidarietà, dell’ambiente e dei diritti, è necessario individuare tempi e spazi per promuovere di più questi aspetti fondamentali della nostra associazione, altrimenti finiremo per fare quello che fanno un po’ tutti venendo meno alle nostre finalità statutarie.
Per questo riteniamo opportuno che ogni lega ed area, insieme all’attività tradizionale, includa nei propri programmi attività che sviluppino i valori delle nostre finalità.
Ci sono già esperienze dentro la UISP, come Bicincittà, Giocagin, Martial-Day e soprattutto la Festa dello Sport e Festa della Toscana dalle quali possiamo prendere spunti interessanti e adattarli alle esigenze di ogni disciplina, questo deve essere l’impegno di ogni gruppo dirigente senza ovviamente trascurare l’attività di base.
La nostra provincia dispone di una buona impiantistica sportiva e di ambienti naturali come mare, boschi ,fiumi, strade di campagna, parchi etc… dove con un po’ di fantasia è possibile organizzare attività davvero interessanti.
La fantasia, l’inventiva e la passione sono requisiti che ogni dirigente deve dare a tempo pieno alla UISP se vogliamo sviluppare fino in fondo i nostri scopi e le nostre finalità statutarie, adottando tutte le iniziative necessarie a promuovere l’attività fisica e lo sport come noi lo intendiamo.
Per raggiungere questi obiettivi è indispensabile che tutto il gruppo dirigente che uscirà da questo congresso si dia compiti e metodi di lavoro più produttivi ed efficienti.
Intanto la presidenza e la direzione dovranno curare meglio i rapporti con tutti gli enti pubblici, con le organizzazioni di categoria, con i media e con tutto l’associazionismo in genere e favorire il lavoro delle leghe e delle aree per sviluppare le loro attività ed i loro progetti in tutto il territorio.
Ma soprattutto c’è bisogno che tutti i gruppi dirigenti Aree, Leghe e comitato formino un'unica squadra e si impegnino complessivamente per lo sviluppo del comitato.
Insieme a queste attività non dimentichiamo l’importanza dei progetti, molti dei quali vengono elaborati dalla UISP nazionale per poi essere adattati sul territorio, altri li abbiamo elaborati come comitato ed alcuni, con grande dispendio di energie, siamo riusciti a svilupparli.
La progettualità complessiva della UISP è nota e nessun’altro soggetto in Italia può vantare altrettanto, ma anche in questo settore bisogna fare molto di più , pur nella consapevolezza della scarsità di risorse economiche , fare progetti mirati significa cogliere le esigenze ed i bisogni di gruppi svantaggiati o dell’ intera società.
Tutto ciò comporta anche una maggiore visibilità ed un maggiore accredito verso gli enti pubblici, media e comuni cittadini.
Altro aspetto che va incrementato e sviluppato è la formazione; un’associazione come la nostra, presente su tutto il territorio provinciale, con un patrimonio associativo di quasi 15000 soci che ha rapporti ovunque con le massime istituzioni, non può basarsi solo ed esclusivamente sulle capacità individuali dei propri dirigenti.
Per questo abbiamo proposto un nuovo modello formativo, più snello e più attuabile per programmare una formazione permanente per tutto l’apparato tecnico, amministrativo e dirigenziale in modo da garantire al comitato più persone qualificate in tutti i settori.
In fatto di comunicazione, immagine, marketing, sito web, attualmente ci stiamo riorganizzando per formare un gruppo che riprenda le nostre iniziative facendo anche interviste, da mettere sul sito e inviare anche alle TV locali, buona rimane invece la comunicazione a mezzo stampa.
Sulle sponsorizzazioni nonostante la crisi, possiamo e dobbiamo fare di più, in passato abbiamo raccolto somme importanti, grazie alla sensibilità di alcuni nostri amici, ai quali deve andare tutta la nostra gratitudine.
Ma la UISP di Grosseto per quanto promuove, per quanto organizza e per numeri che rappresenta, deve andare oltre la sensibilità di alcuni amici.
Anche in questo caso, oltre che avvalersi delle agenzie pubblicitarie, ogni dirigente nell’ambito delle sue conoscenze e soprattutto per l’attività di sua competenza, deve attivarsi per cercare nuove sponsorizzazioni.
L’impiantistica per una associazione come la nostra è una componente importante, visto che le amministrazioni pubbliche per risparmiare, affidano in gestione gli impianti sportivi; il nostro comitato si è dotato di una struttura tecnica per gestire gli attuali impianti e partecipare alle eventuali gare ovviamente consoni allo sviluppo delle nostre attività, per ricercare sinergie con altri soggetti nella gestione o costruzione di nuovi impianti sportivi e per dare assistenza alle nostre società.
Obiettivamente grazie all’impegno di tutti dall’ultimo congresso ad oggi possiamo certamente dire che il nostro comitato è in senso generale andato avanti, è cresciuto nei numeri, nella qualità dei dirigenti, abbiamo qualificato la nostra offerta, migliorato la nostra immagine e importanza complessiva su tutto il territorio, ma non basta bisogna fare un nuovo salto di qualità.
Siamo riusciti a mettere insieme competenze ed esperienze che nessun altro soggetto sportivo può vantare a Grosseto, di cui dobbiamo essere orgogliosi, siamo diventati una grande associazione ormai quasi presente in tutti i comuni del nostro vasto territorio provinciale.
Proprio per queste dimensioni e il conseguente movimento economico, il nostro comitato deve obbligatoriamente darsi una organizzazione “aziendale”, nella quale ognuno di noi, chiamato ad assolvere ruoli e compiti nel nuovo consiglio, deve farlo con passione, dedizione e capacità, rispettando le norme interne che ci siamo dati per far funzionare meglio il nostro Comitato.
Oggi, nonostante il buon livello raggiunto, non c’è ancora molta chiarezza dei ruoli e finisce che tutti si fa un po’ di tutto a scapito dell’efficienza e della nostra immagine, per questo ognuno deve fare la parte che gli compete, in stretto contatto con la segreteria, a cui deve andare tutta la nostra gratitudine per la competenza e la dedizione con cui opera, che deve essere a conoscenza di tutto ciò viene promosso e organizzato.
In questi ultimi anni anche per quanto riguarda la parte economica ci siamo un po’ rilassati, forse anche per lo sforzo e la tensione legati alla costruzione della sede.
Ebbene, l’ultimo bilancio consuntivo approvato, deve indurre tutti a rivedere il nostro modo di agire in fatto di costi e ricavi che andranno stabiliti e monitorati costantemente, perché il nostro comitato deve individuare nuove risorse per investire su formazione, attività e impianti.
Molte saranno le sfide che dovremo affrontare in questo mandato e per farlo occorre consolidare e migliorare tutto il nostro modus operandi che ci dovrà vedere più presenti e attivi sul territorio intercettando maggiormente i bisogni dei cittadini e stando più a contatto con le nostre basi associative e con le istituzioni.
Sono sicuro e fiducioso che nonostante la crisi economica che attanaglia ancora il nostro paese e di conseguenza colpisce anche noi, il nostro comitato, forte delle potenzialità umane e delle competenze di cui dispone, saprà sicuramente affrontare questo difficile momento, rilanciando un diverso modo di intendere lo “Sportpertutti” e preparare quel cambio generazionale indispensabile, oltre che obbligatorio, per proseguire il lavoro svolto, con immutato impegno ma sicuramente migliorandolo e apportando nuove idee.
GRAZIE